FIV e FeLV, due virus a confronto
- Dott.ssa Monica Miglionico
- 9 gen 2022
- Tempo di lettura: 2 min
L’immunodeficienza felina e la leucemia felina sono infezioni, generalmente ad andamento cronico, causate da due retrovirus del gatto, il virus della immunodeficienza felina (FIV) ed il virus della leucemia felina (FeLV).
Tali infezioni, pur essendo caratterizzate da aspetti clinici peculiari, riconoscono spesso una presentazione clinica sovrapponibile, caratterizzata da anemia, trombocitopenia (carenza di piastrine), linfoadenomegalia (aumento della grandezza dei linfonodi), febbre, dimagrimento progressivo, immunodepressione (ridotte od assenti difese immunitarie), infezioni intercorrenti (stomatiti, gengiviti, dermatiti, ecc.), segni neurologici e/o oculari, sviluppo di forme tumorali (soprattutto in caso di FeLV) e richiedono, pertanto, un corretto approccio diagnostico. Inoltre, si va consolidando sempre più la tendenza ad uno screening di routine dei gatti che sono sottoposti a visita clinica, in modo da diagnosticare per tempo l’infezione e garantire così sia la definizione di un possibile piano terapeutico che l’attuazione di idonee misure di controllo per evitare il diffondersi del patogeno, specie quando si introducono in famiglia nuovi gatti, oppure in ambienti particolari quali gattili ed allevamenti.

Cosa succede quando un gatto viene infettato?
Analogamente a quanto succede con il virus dell’immunodeficienza umana, FIV, una volta infettato il gatto, non l’abbandonerà per tutto il resto della vita (infezione persistente).
Al contrario, nel caso di FeLV in alcuni casi è possibile osservare una “guarigione” virologica, nel senso che una certa percentuale di gatti (gatti con viremia transitoria) possono superare la fase di infezione replicativa (l’unica in grado di causare la malattia), per cui, dopo un periodo di 2-16 settimane, non vi è più traccia di antigeni virali nel sangue ed il soggetto può (generalmente) considerarsi “guarito”. La presenza di anticorpi, pertanto, può non essere indice di infezione replicativa e quindi di malattia causata da FeLV, né, tantomeno, di possibile escrezione virale (ai fini dell’adozione di adeguate misure igienico- sanitarie). Inoltre, sono disponibili per FeLV diverse tipologie di vaccini, per cui la presenza di anticorpi può indicare anche una vaccinazione pregressa.
Gestire i gatti FIV/FeLV positivi
Evitare di fare uscire i gatti infetti, sia per evitare l'esposizione a malattie infettive e/o parassitarie, sia per prevenire la diffusione della malattia. Separare i gatti FeLV positivi da quelli negativi, in alternativa vaccinare i gatti conviventi non colpiti.
Somministrare cibo per gatti di buona qualità, che garantisca adeguati apporti nutrizionali e che sia microbiologicamente controllato (no avanzi, carne e pesce crudi, latte non pastorizzato).
Trattamenti antiparassitari interni (vermi) ed esterni (pulci e zecche) regolari.
Effettuare analisi del sangue ogni 6 oppure12 mesi, secondo consiglio del vostro Medico Veterinario.
Sterilizzare/castrare per ridurre lo stress indotto dall'estro e dal comportamento relativo alla ricerca di una compagna.
Si possono rendere necessarie terapie di maggior durata per il trattamento di malattie routinarie come conseguenza della depressione del sistema immunitario.
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